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Intervista al dott. Vicente Barrios che gestisce lo Zoo Safari Fauna Aventura di Toledo

Una vita dedicata agli animali, al loro benessere, conservazione e protezione. Una vita in prima linea anche a sostegno della libertà di utilizzo e esposizione degli animali negli spettacoli tradizionali, per la quale ha ingaggiato una battaglia tra le istituzioni di tutto il mondo.

E’ la storia di Vicente Barrios, veterinario di lungo corso, che da 13 anni gestisce lo Zoo Safari Fauna Aventura, sito a Hinojosa de San Vicente, località di Toledo, città di Spagna e che collabora con il Siac Europa.

Il parco appartiene alla famiglia Moraleda, composta da artisti che hanno contribuito molto allo sviluppo dello stesso, con attenzione ai dettagli, personalizzazione e amore verso gli animali.

Con il dottor Barrios, siamo entrati nei dettagli del progetto.

Cosa offre il parco e quali sono i suoi propositi?

“Questa struttura, come tutti i parchi, ospita una collezione di animali vivi di varie specie, per scopi di conservazione, educativi e ricreativi. Gli obiettivi che si pone sono importanti. In primis la conservazione: questo parco zoologico contribuisce alla conservazione delle specie in via di estinzione attraverso programmi di riproduzione in cattività e di reintroduzione in natura. Poi l’istruzione: offriamo al  pubblico un’opportunità unica per conoscere la diversità della fauna selvatica, l’importanza della conservazione e la tutela dell’ambiente. Quindi la ricerca: questo parco zoologico è un centro di ricerca scientifica e biologica sul comportamento animale e sull’ecologia. Infine momenti di ricreazione: offriamo uno spazio al pubblico per divertirsi e rilassarsi in un ambiente naturalizzato con animali”.

Che tipo di animali ospita il parco?

“Ce ne sono di molti tipi: mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, tutti ospitati in habitat naturali. Cerchiamo infatti di fornire per loro ambienti il più vicino possibile alla loro nicchia ecologica. In questo modo contribuiamo alla conservazione delle specie minacciate e promuoviamo la consapevolezza dell’importanza della biodiversità e garantiamo il benessere degli animali”.

Vicente, sei in prima fila nella lotta al fianco dei circhi?

“Io, in prima persona, mi dedico dal 1982 agli animali, da quando cioè sono diventato veterinario e da 20 anni combatto per il riconoscimento della libertà, da parte dei circhi, di utilizzare gli animali negli spettacoli tradizionali, ma anche nella lotta per la libertà di esporre animali in spazi pubblici e privati per il tempo libero. Una battaglia che porto avanti in tutto il mondo, assieme ad un team molto valido di avvocati, grazie alla quale siamo intervenuti presso le amministrazioni comunali e uffici ambientali, i loro funzionari che non applicano la legge emanata dal Consiglio d’Europa e attuata dai paesi membri ma applicano la propria ideologia impedendo l’utilizzo degli animali nei circhi”.

Qual è ora la situazione in Spagna?

“Grazie alle nostre battaglie che abbiamo sempre vinto, oggi il Ministero della Cultura riconosce il circo tradizionale come attività da proteggere e curare. Riconosce la libertà di impresa, di spettacolo e impone che la legge sull’intrattenimento pubblico venga rispettata. L’esposizione di animali negli spettacoli ha, oggi, anche effetti terapeutici sulle persone, offre sostegno alla biodiversità e alla cultura, e vantaggi all’attività economica legale che deve essere tutelata dal governo”.

Con il Siac Europa, Vicente Barrios, porta avanti la battaglia per il riconoscimento della professionalità dei lavoratori circensi, dei tecnici, degli amministrativi e di tutti gli impiegati del settore.

La tua è una collaborazione stretta con il sindacato Siac Europa per il benessere di coloro che operano nel settore con passione ed impegno, per offrire alle persone momenti di svago e spensieratezza?

“E’ proprio così. I lavoratori del circo sono professionisti qualificati e unici. La loro perdita è un disastro, così come lo è stata la pandemia. Vanno riconosciuti per quello che sono, cioè artisti. Non possiamo permetterci di perderli perché così si perde il circo tradizionale che rappresenta una grande storia per la nostra società che va avanti da secoli. Ci sono poi i tecnici e gli amministrativi, senza i quali non sarebbe possibile organizzare gli spettacoli. Vanno tutelati, valorizzati e premiati per quanto fanno giornalmente”.

Siac Europa

 

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